Londra, 12 novembre 2012 (1)

Londra, 12 novembre 2012 Egregio artista, Scusami se t’importuno nuovamente, addirittura ti scrivo due volte nella stessa giornata, non hai l’obbligo di rispondermi ma sono io che sento l’urgenza di scriverti. Stamattina al parco era una bella giornata di sole, anche se l’aria continua a essere fredda e penetrante. Victor era di ottimo umore, ha divorato la colazione e si è rallegrato alla notizia del mio nuovo impiego. Quando gli ho comunicato la somma che ricaverò da questo lavoro, è scoppiato in una sonora risata dicendomi che lui riusciva a campare con molto meno. Non so di che cosa viva, non credo che svolga un altro lavoro, l’ho sempre visto lì a dipingere senza mai vendere nulla, quasi come fosse un hobby. Forse avrà un minimo di pensione o qualcuno da cui tornare e che lo finanzia. Quando gli ho mostrato la stampa del tuo dipinto, l’ha osservata a lungo, poi l’ha piegata riponendola tra gli schizzi dei suoi quadri. «E allora? Non hai niente da dirmi?» «Non essere precipitosa, lasciami il tempo e la tranquillità di guardarla un po’ meglio. Oggi è una giornata troppo bella perché la spenda in parole, ho voglia di dipingere e di catturare questi colori meravigliosi prima che le nuvole se li portino via.» Detto questo, si è voltato e ha ripreso a dipingere. Sono stata lì un’altra mezz’ora e poi sono andata via, quando decide di chiudere un discorso è inutile insistere, ma tornerò domani e spero di poterti comunicare altre informazioni.